In prova: CANNONDALE Bisturi HT Hi-MOD 1 |MTB-VCO.com

2022-09-09 19:48:33 By : Ms. Amy Liu

Presentata lo scorso novembre, la nuova Scalpel HT di Cannondale sostituisce integralmente il precedente modello F-Si e prende il nome dalla tradizione ultra ventennale di Cannondale nel XC/marathon con la Scalpel full suspension. L’obiettivo della nuova Scalpel HT è abbastanza chiaro: offrire una piattaforma XC/marathon molto leggera in salita e in grado di garantire un elevato controllo in discesa.

Il telaio presenta una costruzione in carbonio con tecnologia Hi-MOD, un metodo di lavorazione proprietario Cannondale che consente di realizzare un telaio ad alta resistenza e rigidità. Il materiale è stato ridotto ove possibile, come si può notare, ad esempio, osservando i foderi inferiori, rastremati nella zona posteriore. Ma iniziamo con il video unboxing.

Una caratteristica, quella dei foderi inferiori, che richiama la sospensione FlexPivot, già vista nella nuova Scalpel. Si tratta in sostanza di zone flessibili realizzate in resistente fibra di carbonio brevettata, che nella Scalpel biammortizzata agiscono sostanzialmente come una sorta di Horst Link virtuale, e nel caso della Scalpel HT servono a garantire un certo livello di comfort sullo sconnesso grazie a flessioni controllate.

I foderi superiori, invece, vanno a collegarsi al piantone in una posizione ben al di sotto dell’orizzontale, questo per conferire alla bici una maggiore reattività. A favore del comfort, inoltre, troviamo anche un piantone che accoglie reggisella da 27.2 mm di diametro.

Il sistema di instradamento dei cavi interno al telaio consente di eseguire l’alloggiamento completo oppure l’alloggiamento interrotto per risparmiare peso.

La Scalpel HT viene proposta in quattro versioni, di cui quella in test rappresenta il top di gamma.

Davanti non poteva mancare la forcella Lefty Ocho nella versione in carbonio e con 110 mm di corsa. Le regolazioni esterne riguardano la compressione, agendo sul pomello posizionato sopra il fodero, e la riestensione mediante il pomello posto in fondo allo stelo. In aggiunta troviamo il comando remoto a manubrio per attivare il bloccaggio completo.

Le ruote sono realizzate dalla stessa Cannondale. Sono le HollowGram 25, con cerchio avente un canale da 25 mm di larghezza interna, 28 raggi DT Swiss Competition Race, a testa dritta e spessore costante, e mozzi differenziati visto che all’anteriore troviamo quello dedicato alla Lefty Ocho e al posteriore un DT Swiss, entrambi ovviamente Boost.

Sul mozzo anteriore troviamo, inoltre, il sensore ruota Cannondale. Si tratta di un sensore che registra velocità, distanza e tempo. Facile da configurare, registra automaticamente questi dati quando ci si muove, senza bisogno di premere alcun pulsante. E’ in grado di registrare fino a 30 uscite prima di doversi sincronizzare con l’apposita App Cannondale, che fornisce anche notifiche automatiche di manutenzione in base alle ore di utilizzo.

Le gomme, a marchio Schwalbe, sono entrambe da 2.25″ di sezione ma differenziate nel modello tra anteriore e posteriore. Davanti troviamo infatti una Racing Ray EVO SnakeSkin con mescola Addix Speedgrip (visibile nella foto più sopra) mentre al posteriore c’è una più scorrevole Racing Ralph EVO SnakeSkin con mescola Addix Speed.

Il comparto freni proviene da Shimano, con l’adozione dei Deore XT con dischi da 180 mm anteriore e 160 mm posteriore.

La trasmissione, a 12 velocità, è un misto Deore XT/XTR, con cassetta pignoni 10-51T mentre la guarnitura è una Cannondale HollowGram con corona 34T e movimento centrale di tipo press fit.

Anche manubrio e attacco sono realizzati in casa. Il primo è il Cannondale 1 Flat da ben 760 mm di larghezza ed il secondo è il Cannondale 1 da 60 mm di lunghezza. Le manopole sono le Cannondale XC in silicone.

La seduta si compone della sella Prologo Dimension NDR e del reggisella Cannondale Hollowgram da 27,2 mm di diametro, una novità quest’ultimo che infatti non era presente nell’allestimento della Scalpel HT al momento della presentazione.

La seduta è ben centrata sul mezzo, grazie alla lunghezza del carro proporzionata alla taglia, ed è un aspetto che ho molto apprezzato soprattutto in salita, come vedremo più avanti. Qualcuno troverà il manubrio un po’ troppo largo, soprattutto nelle partenze delle gare più affollate, ma al di là dell’aspetto agonistico posso dire di essermi trovato bene sin da subito.

Per la regolazione del SAG della forcella si può sfruttare l’etichetta adesiva posta sul fodero, dove troviamo i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker (peso da considerare comprensivo di abbigliamento). Utilizzando i valori proposti mi sono trovato sostanzialmente bene già dalla prima uscita, per poi variarli leggermente nelle uscite successive in funzione del percorso. 

Impegnarsi sui pedali di una leggera front da cross country è sempre un piacere e con la Scalpel HT questo piacere è amplificato da una risposta pronta alla spinta sui pedali e priva di incertezze, esaltata dalla leggerezza e scorrevolezza delle gomme scelte. Nonostante il telaio mi sia parso torsionalmente rigido, nelle sezioni dal fondo più sconnesso la Scalpel non si è rivelata nervosa, grazie probabilmente ad un ottimo bilanciamento del mezzo.

Per essere una front da XC troviamo un angolo di sterzo particolarmente aperto, per fortuna attenuato da un rake forcella di 55 mm che aiuta a districarsi bene nei tratti più lenti e tortuosi. Nelle curve più veloci la Scalpel non costringe a piegarsi troppo sulla ruota anteriore grazie alla posizione ben centrata sul mezzo, inoltre gode di un’elevata stabilità unita ad un ottimo appoggio in curva grazie anche all’ampio canale dei cerchi (per un ambito XC).

La Scalpel HT divora letteralmente le salite grazie al suo rendimento in pedalata, alla leggerezza delle ruote e alla leggerezza della stessa bici. La presenza del comando remoto della forcella spinge spesso a bloccarla quando si desidera rilanciare l’andatura alzandosi sui pedali, il che risulta un vero piacere. Inoltre ho notato, sempre con piacere; che la presenza di un carro non particolarmente compatto ma di lunghezza adeguata alla taglia non mi ha costretto, nelle salite più ripide, a piegarmi troppo sull’avantreno per evitare sollevamenti della ruota anteriore.

La Scalpel HT sfoggia una sorprendente capacità di assorbimento degli urti al posteriore, pur non avendo una vera e propria sospensione. Sia chiaro, non abbiamo a che fare con una biammortizzata come la sorella Scalpel, tuttavia la Scalpel HT si difende molto bene in discesa e non dà l’impressione di stare in sella ad una classica front dal carattere nervoso ogni volta che si attraversa un tratto molto dissestato. Nei cambi di direzione improvvisi, inoltre, il mezzo non si è mai scomposto, regalandomi un’inaspettata sicurezza. Promossi a pieni voti i freni in termini di modulabilità e di efficacia in frenata, condividendo pienamente i diametri dei dischi adottati.

Cannondale propone con la Scalpel HT un mezzo XC/marathon dalle geometrie particolarmente moderne (se consideriamo l’apertura dell’angolo di sterzo) ma anche adeguate alle taglie (vedi la lunghezza del carro proporzionata alla taglia). Quest’ultimo fattore la rende un mezzo molto ben guidabile in ogni situazione, una caratteristica che insieme al peso contenuto e ad un ottimo bilanciamento globale è in grado di esaltare il biker alla ricerca di posizioni di rilievo in gara.